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"Auth against any of the OpenID/Yahoo/Google/Facebook/Twitter/Meemi... into your local login manager (when network is available otherwise use the classical mapped local login user). "

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Alcune osservazione da OpenBSD

OpenBSD
è famoso per il seguente slogan:
" Only two remote holes in the default install, in more than 10 years!"

per questo motivo intendo valutare la possibilità di poter prelevare codice testato dai loro repository per integrarlo in Infodomestic Objects Linux.

A tal proposito leggendo tra le righe del manuale sezione 5 - Building the System from Source

ho potuto leggere che il sistema non accetta costruzioni miste e che deve essere considerato un unico sistema operativo integro che va in una sola direzione temporale...quella che conosciamo anche noi...

"E' importante capire che OpenBSD deve intendersi come un sistema operativo complessivo da considerarsi completamente sincronizzato con il repository"

Esiste solo una direzione temportale per gli upgrade che vanno dal vecchio al nuovo e dallo "stable" al "current".

Insomma a differenza di Debian/Ubuntu flavours che con la loro grande flessibilita permettono i backports, OpenBSD rinuncia completamente a questa feature in favore di una semplificazione di processo che permette alla comunita di sviluppo e mantenimento di garantire gli altissimi (praticamente assoluti in termini di primato) standard di qualita e sicurezza del software proposto.

Per questa ragione i lavori di OpenBSD saranno sempre sotto il mio riflettore.

[The Road To...] Rebuild World?


La tentazione di ricostruire il mondo è immensamente grande.Non mi tornano mai i conti nel bilancio ricavato dal rapporto Benefici/Entropia.
Insomma queste distribuzioni Linux ed in particolare Ubuntu...sono ecologicamente insostenibili.
Apt è una spada di damocle per la materia duale che va dal layer GNU (escluso) in su.
Ai tempi del C64 riuscivo a programmare grafica usabile (con il joystick) che risultava pulita efficace e fluida.
Oggi con un banalissimo AMD 2800+ e 512MB di RAM devo subire lacune di rendering quando trascino le finestre di Nautilus da una parte all'altra dello schermo (cosa che non succede manco al piu cesso di Mac...ok ho esagerato!!!).
Il mondo dello sviluppo OpenSource è tutt'altro che ecologico e decisamente entropico.
Mi piacerebbe lavorare con un sistema composto da:
Layer GNU di base gestito da un sistema a prova di bomba come Apt.
Layer grafico X/framebuffer gestito da un sistema in stile port di BSD (ricompilazione/ottimizzazione/installazione) posto in un bundle separato.
Layer userland gestito direttamentre dall'utente con programmi non installanti in stile Bundles di OSX/*STEP/ROX/RISC OS.
Il lato GNU + Kernel deve contenere nativamente in modo completamente trasparente un sistema tipo OpenSSI

Non è da escludere riconsiderare per il layer GNU l'utilizzo di builder del calibro di NetBSD (54 piattaforme supportate) o T2


SYSTEM CRASH SAFE
Cerco di immaginare un gruppo di software collaborativo che faccia di tutto per mantenere integro il sistema.
Se il sistema si interrompe l'utilizzatore anche in emergenza deve essere in grado di riprendere il proprio lavoro portarlo a compimento e poi eventualmente recuperare il sistema principale corrotto.
Esempio:
Dopo aver fornito una distribuzione stabile, l'utilizzatore scarica nella memoria ulteriori programmi (Abiword e Gnumeric).
Durante l'uso di Gnumeric il sistema si blocca non permettendo piu il lavoro, a quel punto l'utilizzatore riavvia e direttamente da GRUB selezione una sessione specializzata di nome Gnumeric che si limita ad avviare un kernel separato con un X separato minimale e Gnumeric al top esclusivamente per permettere di lavorare direttamente e concludere il proprio lavoro.

L'albero della vita

Qui riassumo la situazione attuale della frammentazione delle distribuzioni Linux per avere un quadro strategico piu immediato.
Il quadro riprende cronologicamente e storicamente le distribuzioni numericamente piu diffuse, a queste vanno aggiunte centinaia di distribuzioni meno diffuse e molto piu specializzate...

Radici del 1992:

SLS

1993:

1) Slackware
2) Debian

1994:

1) Suse
2) RedHat

Da questo punto in poi comincia la grande scissione secondi questo schema:

SLS->Slackware->
Slackware->S.u.S.E.->SuSE
SuSE->Sun Java Desktop System
SuSE->SUSE

Slackware->Vector
Slackware->SLAX
Slackware->Minislack
Minislack->Zenwalk
Slackware->Frugalware

Debian
Debian->Corel Linux->Xandros
Debian->Lindows->Linspire
Debian->Linex
Debian->KNOPPIX
KNOPPIX->Morphix
KNOPPIX->Kanotix
Debian->MEPIS
Debian->Ubuntu
Ubuntu->Kubuntu
Ubuntu->Xubuntu
Debian->Damn Small Linux

RedHat
RedHat->Connectiva->Mandriva
RedHat->Mandrake->Mandriva
RedHat->Red Flag Linux
Mandriva->PCLinuxOS
RedHat->Ark Linux
RedHat->Fedora Core
Fedora Core->FoX Linux
RedHat->CentOS
RedHat->rPath
rPath->Foresight
RedHat->White box

CRUX
CRUX->Arch Linux

Gentoo
Gentoo->VidaLinux/VLOS
Gentoo->Kororaa

Manca molto materiale ma tutto è riducibile a questo.

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